La moto come cura: “Il grande salto” di Vanni Oddera
Il campione di freestyle che ha inventato la Mototerapia.
È un racconto che non ha filtri, in cui Vanni si racconta senza nascondere le sue paure, i suoi difetti, i suoi eccessi e il suo modo di essere ribelle. Ma soprattutto la sua voglia di andare oltre i limiti, oltre le barriere (fisiche e non solo). La sua voglia di saltare e di raggiungere la felicità.
Lui, dopo una vita da fuori di testa ha deciso di iniziare a restituire un po’ della fortuna che aveva, e si è inventato la “mototerapia”. Sessioni gratuite, in giro per il mondo, per regalare giornate di gioia a persone e bambini disabili.


Partiamo dall’inizio, Vanni. Un’infanzia vissuta nel bosco, a contatto con la natura, l’incontro con un cinghiale, che ha anche addomesticato e che ha chiamato Scheggia. Mentre gli altri bambini dopo la scuola guardavano i cartoni in tv lui si nascondeva nei boschi sfidando i pericoli e facendo regolarmente quello che gli veniva detto di non fare.
E intanto sognava la moto, quell’oggetto che raramente gli capitava di vedere dove abitava.
E poi la diagnosi di una patologia molto rara, il suo cuore a destra anziché a sinistra, e tutti gli organi invertiti, così come i lobi del cervello, e il sangue che circola in maniera contraria.
Di stare fermo però non se ne parla. E poi arriva la moto e il successo come freestyler.
Ma un incontro con un disabile a Mosca cambia per sempre la sua vita e così nasce la mototerapia, una maniere per donare una parte di quello che hai ai meno fortunati.
“La moto è libertà ma non è alla portata di tutti. Io sto cercando di farla arrivare a tutti perché è troppo bella e va condivisa. Per dei ragazzi che passano la vita in sedia a rotelle, salire in moto è una bomba. E io non mi tolgo niente: do quello che ho in più. Faccio più di 50 date all’anno, tutto totalmente gratuito”.